Macchine per la pasta: qual è la reale capacità produttiva?

 

Parlando di macchine da ristorazione o da laboratorio sulle schede commerciali/tecniche si legge un dato piuttosto importante che è quello della produzione o capacità produttiva. Questo dato permette il corretto dimensionamento della macchina in rapporto alle esigenze reali del cliente, evitando il più possibile errori che potrebbero risultare alquanto onerosi.

Il dato di produzione dovrebbe fare riferimento alla capacità reale, con valutazione dei tempi per il riempimento della vasca, di quelli di impasto e di estrusione.

Questo dato si discosta molto dalla capacità produttiva in estrusione, calcolata in questo caso nell’unità di tempo (minuto) e moltiplicata sull’ora.

Se confrontati, i due dati si differenziano ovviamente tanto tra di loro, essendo il secondo significativamente più alto del primo.

Questa mancanza di chiarezza viene spesso utilizzata per vantare produzioni irreali su macchine di dimensioni e caratteristiche normalmente di categoria inferiore rispetto a quelle della concorrenza, ma anche di minor prezzo.

La capacità produttiva dovrebbe quindi essere espressa in produzione reale di pasta fresca, specificando anche quella in estrusione, per maggiore chiarezza.

Normalmente questo problema non sussiste nelle macchine di linea, che lavorano in continuo, dove il riferimento alla produttività viene identificato addirittura grazie ad un tipo specifico di pasta (es: fusilli a 3 principi), prodotto con semola nazionale ed acqua al 32% (rif: La Parmigiana).